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Palazzo della Loggia Noale INAUGURAZIONE ORE 16.30
Siete tutt* invitat*
alla vernice della mostra della nostra amica Socia Gianna Giacomin, oggi pomeriggio alle 16.30 presso le sale al primo piano del Palazzo della Loggia di Noale.
Gianna sarà lieta, assieme al nostro Presidente Gianni Favaro e vice presidente Rino Vincenzo Franzin, di presentare le opere che hanno caratterizzato la sua vita artistica. Come potete immaginare dal titolo, la nostra amica presenterà le sue più significative opere pittoriche affiancandole per la prima volta alle sue splendide incisioni.
Io e Gianni avremo l'onore di commentare e illustrare i suoi lavori.
Di seguito si vedono alcune immagini pittoriche delle opere in mostra.
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Primavera |
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Le stagioni del cuore |
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Donne in cammino |
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Eclissi |
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Venezia |
PRESENTAZIONE MOSTRA DI GIANNA GIACOMIN
DAL COLORE AL SEGNO
1 MARZO 2025
PALAZZO DELLA LOGGIA - NOALE
ORE 16,30
Gianna Giacomin è nata a Preone, un piccolo paese della Carnia che guarda dal lato ovest la piana del Tagliamento. La sua famiglia però lascia quelle terre quando lei è ancora piccola per venire in provincia di Venezia.
L’interesse per l’arte e per la poesia è sempre stato dentro la
sua personalità.
Solo in età adulta però ha potuto coltivare queste passioni. Comincia infatti a praticare con una certa costanza solo appena gli impegni familiari glielo consentono, seguendo quindi il suo percorso artistico che l’ha portata ad oggi in questa bella mostra.
Comincia frequentando l'Associazione Nuova Arte Grafica di
Mestre e seguendo i corsi di disegno e pittura di figura, acquisisce insegnamenti e approfondimenti
sulla storia dell'arte.
La sua ricerca artistica la porta ad usare vari materiali, olio, acrilico, smalto e uso delle varie possibilità materiche.
Dal 2008 fa parte del Centro Calcografico 3C di Mestre sotto
la guida dei Maestri Gianni Favaro e Alberto Benvenuti, avendo modo quindi di
approfondire la ricerca sull'arte calcografica quali: acquaforte, acquatinta,
ceramolle e altre tecniche incisorie.
Gianna, oltre a dipingere e incidere, come abbiamo detto, ama scrivere poesie, riuscendo così a completarsi come artista e come poeta.
Grazie a questa sublime forma d'arte, appunto la poesia, molte
delle sue emozioni si trasformano in versi e come possiamo vedere oggi, anche
poi in mervigliose composizioni pittoriche.
Io ho il compito di guidarvi all’interpretazione di alcune opere eseguite nella sua prima parte di vita artistica ovvero la fase pittorica informale, ma la sua pittura ha spaziato anche e soprattutto sulla figura e nei paesaggi, che per motivi di spazio non sono presenti in sala.
Oggi potrete ammirare in particolare in grande maggioranza le
sue incisioni, ma la presenza alcuni quadri astratti relativi agli anni 80/90
sono stati ritenuti importanti per delineare la figura artistica dell’autrice.
Leggere la pittura di Gianna Giacomin, almeno per queste opere informali, non è come leggere un libro, leggere un racconto o una poesia.
Diventa dunque un'esperienza impegnativa, affascinante e stimolante, che al tempo stesso, richiede un approccio diverso rispetto all'arte figurativa, oggi presente invece in tutte le centinaia di lastre incise.
Oltre che aver consultato l’artista, mi permetto di darvi alcuni suggerimenti a cui io mi sono affidato, per comprendere e apprezzare in particolare i quadri presenti oggi.
Per capire e apprezzarne i pregi, la composizione e lo stile, bisogna dimenticarsi di cercare figure riconoscibili o storie narrative, tranne che per il quadro “Donne in cammino” che è esso stesso un manifesto facilmente decodificabile.
I titoli stessi delle opere, inoltre, ci possono fornire indizi utili sulle intenzioni dell'artista o sul significato che voleva trasmettere, ma bisogna ricordarsi che la pittura astratta è un linguaggio visivo che si esprime attraverso forme, colori e linee e a volte sfugge anche all’intenzione dell’artista l’emozione e la sensazione che lo sguardo stesso provoca al visitatore.
L'arte astratta di Gianna si concentra su forme, colori, linee e texture, in alcuni casi si avvicina alla rappresentazione della realtà̀, almeno certamente questo è nelle sue intenzioni.
Consiglio quindi di concentrarsi sugli elementi visivi, la composizione, lo stile e l’armonia cromatica del colore e contemplare il quadro, a prescindere da quello che può rappresentare.
Il segreto contemplativo è sempre personale e nella suggestione vengono coinvolte diverse aree cerebrali, in particolare la corteccia visiva, situata nella parte posteriore del cervello, che analizza le forme e i colori.
La corteccia prefrontale cerca di dare un senso al quadro, mettendo in relazione le informazioni visive con le proprie esperienze e conoscenze acquisite.
Il nostro sistema limbico, inoltre, si attiva in risposta ai colori e alle forme generando emozioni e sensazioni piacevoli di curiosità o a volte anche di disagio.
Ogni persona però reagisce in maniera diversa di fronte ad un quadro e la contemplazione di un quadro astratto diventa un’esperienza complessa e coinvolgente.
Il colore, la sua tessitura, le sue trame diventano la voce e il fraseggio di uno spartito che invece delle note ha i colori, che la nostra artista abilmente mescola, accosta, armonizza e distribuisce con pennellate intense e decise.
E’ importante osservarne l’uso e l’interazione tra loro, l’accostamento e l’idea attuativa di fondo, e scoprire che quasi sempre creano contrasto e armonia, suscitando emozioni anche contrastanti.
Il contenuto dell’opera di Gianna Giacomin non viene dunque dato dalla forma artistica in se e per se, bensì dall’interpretazione di una sua idea che ha come obiettivo raggiungere più stati d’animo e più sensibilità.
Osservando i quadri di Giacomin si può notare quello che normalmente avviene quasi sempre per tutti e cioè quello che i nostri occhi vedono, ovvero, sempre, ciò che appare.
Naturalmente come abbiamo detto l’effetto è sempre soggettivo.
Per questo gioca molto lo spirito e la sensibilità che ognuno
ha rispetto alle proprie suggestioni.
Un’altra cosa importante da osservare nei quadri di Gianna presenti in mostra, sia la parte pittorica che quella incisoria, è la composizione.
La composizione nella maggior parte delle opere è equilibrata e dinamica e allo stesso tempo lascia sempre il giusto spazio alle emozioni di chi le osserva.
Non esiste un modo giusto o sbagliato di interpretare un'opera, l’'importante è lasciarsi coinvolgere dall'esperienza e godersi il viaggio.
Le opere che Gianna ha portato qui, oggi alla Loggia, sono opere scelte tra tante altre eseguite a compendio della sua prima vita artistica e pittorica: una vita che rappresenta il suo lungo percorso di formazione che ha influito e contribuito a farla diventare quello che è oggi, ma che non le ha impedito di realizzarsi come artista e fare di conseguenza delle scelte di campo, scegliendo per ultimo di abbracciare l’incisione e la grafica.
Con l’incisione, come avete modo di vedere, lei chiude con questa fase astratta e soprattutto pittorica, per immergersi con l’incisione, nel figurativo in modo preponderante.
Per questo vi invito ad ammirare le opere di Gianna, una “donna in cammino” che ci invita a riflettere sulla vita, la natura e su quello che ci coinvolge come esseri umani.
Vincenzo Rino Franzin
Alcune sue poesie
IL MIO FIORE
Il mio cuore è un fiore
ha molti petali forti e rigogliosi.
Segno i passi della vita e vado sola,
umanità tra altra umanità.
Giorno dopo giorno osservo il mio fiore,
lui
è sempre lì come una stella che mi guida
SIRENE
Talvolta, nella nebbia sento il
canto delle sirene.
Una, cento, mille distrazioni.
Il mio cuore rimane muto e solo.
Non sente nessun canto.
QUEL GIORNO
Ho messo ad asciugare i miei occhi
stanchi erano di piangere.
Ho percorso strade infinite
cercando di te.
Ho speso parole di fuoco
in assenza di te.
Ora non guardo più il mio andare.
Il mio corpo è la mia stanza dove
rinchiudermi.
AGGIORNAMENTO-AGGIORNAMENTO
Inaugurazione della MOSTRA
WELTANSHAUUNG
La Galleria del Barone – Spinea - 23 febbraio 2025 ore 11:30
L'autore, presente per la prima volta a La Galleria del Barone, intitola la sua mostra WELTANSCHAUUNG, un termine tedesco composto da "Welt" (mondo) e "Anschauung" (modo di vedere) molto studiato nella filosofia moderna, che significa "Visione del mondo".
Questo titolo dunque nell'intenzione dell'autore, ci vuole portare direttamente alla comprensione del concetto complesso di "visione
globale e fondamentale" che un individuo o un gruppo dovrebbero avere del mondo e
della realtà.
La mostra raccoglie i frutti del suo lavoro di
retrospezione di questa sua visione globale, che per Bruno Tonolo è durata una vita intera, e il
cui intento è quello di comprendere i rapporti tra linguaggio, pensiero e
immagini, in un contesto di visione del mondo umanistica, attraverso il
percorso della psicologia scientifica storicistica culturale, a lui tanto cara
e filo conduttore di tutte le sue mostre.
Un'altra sigla compare misteriosa nel sottotitolo
della mostra: TPNW.
Questa sigla rappresenta per Bruno tanti anni di impegno, quasi ossessivo, in questo
presente, per il futuro dell'umanità; TPNW (*) infatti è l'acronimo di Treaty on
the Prohibition of Nuclear Weapons (Trattato sulla proibizione delle armi
nucleari).
Questo trattato rappresenta una pietra miliare
nella lotta per il disarmo nucleare, ed è tutt’ora il primo e unico strumento
giuridico multilaterale vincolante che vieta le armi nucleari, sottoscritto
da molti Stati del mondo, al quale però l'Italia purtroppo non ha ancora
aderito, come peraltro non lohanno fatto anche gli altri paesi della NATO,
Per anni, e ancora oggi, ad ogni agosto, in
occasione dell'anniversario del primo scoppio della bomba atomica a Hiroshima e
Nagasaki, abbiamo visto l'impegno artistico del nostro amico Bruno
diventare protagonista indiscusso di molte esposizioni personali nel
territorio del Miranese.
Voglio ricordare che anche a Spinea nell’agosto
del 2018, nella Sala SpazioTRE del Cinema Bersaglieri (aperta solo per qualche mese
e poi chiusa appena insediata la precedente giunta di centro destra), In quell'occasione fu ospitata la mostra ATOMICA, senza dimenticare tutte quelle numerose esposte negli
anni successivi ogni agosto a Mirano per le commemorazioni dello scoppio dell’atomica..
In questa mostra di oggi, in
particolare, l'artista ribadisce ancora una volta il suo impegno, e lo fa come sempre, in modo
criptico, che come alla prima lettura appare difficilmente codificabile.
A questa misteriosa intitolazione, come possiamo vedere nella locandina, il nostro
autore aggiunge azzardando un’operazione matematica di due strane equazioni che contengono però una speranza di ri-soluzione.
L'equazione EQ. UN. UM., ovvero
l'Equazione Umana Universale, che per Tonolo significa rapporto tra Natura e Genere
Umano e che si esprime nell'attività, nel linguaggio, nel pensiero e nel
comportamento.
A fianco, a sorpresa, un'altra famosa equazione
della fisica incombe: E=MC^2.
Tutti sappiamo come una piccola quantità di massa
possa essere convertita in un'enorme quantità di energia. Ciò dunque esprime
l'equivalenza tra massa ed energia, frutto della più grande e geniale scoperta secolo
scorso, che però tutti sappiamo essere anche il principio alla base delle armi
nucleari.
Quell'equazione universale umana EQ. UN. UM.,
ossia Rapporto tra Natura e Uomo, seguita da E=MC^2, difficilmente la troverete
scritta nei libri.
Per quanto l'obiettivo di un'equazione sia quello
di trovare il valore o i valori delle variabili che rendono l'uguaglianza vera,
in questa formula tutto si complica e tutto sembra perdersi.
Il comportamento umano, però, è influenzato da
una miriade di fattori, che rendono difficile una semplificazione con un'unica
equazione, e la possibilità di scelta e la volontà individuale, sono poi in-determinate
anche dall'elemento dell'imprevedibilità.
L'autore, alla sua interpretazione dell’equazione
umana universale, e al possibile uso improprio dell'equivalenza tra massa ed energia, prospetta una soluzione come unica speranza per la sopravvivenza della razza umana: la coesistenza pacifica.
Ecco, con questi presupposti complicati, ma
essenziali, Bruno Tonolo ha voluto oggi presentarci alcuni dei suoi ultimi
lavori che meglio rappresentano questi concetti.
L'autore, con uno stretto legame tra immagine e
parola, traduce sul piano pittorico il linguaggio -informale- interno, come
"ASTRAZIONE" e il linguaggio -informale- esterno, come
"FIGURATIVO"
Queste poche selezionate opere esposte a La
Galleria del Barone, rispetto alla generosità che l'artista ha sempre profuso
nelle sue altre personali, ci appaiono come la sintesi del suo impegno sociale,
culturale e di ricerca interiore, che si è sempre fondato in un'unica idea
infinita di bellezza e umanità.
Restando fedele al suo impegno di uomo che vuole
testimoniare la sua epoca con tutte le sue contraddizioni, Tonolo dipinge
sempre con un pensiero critico, dove la comunicazione per immagine ha lo scopo
di emozionare, ma anche di smuovere le coscienze e far riflettere.
L'arte di Bruno Tonolo è "Arte per la conoscenza" e non, come banalmente succede a molti artisti in questo periodo storico, di produzione di "Arte per l'arte".
L'artista da sempre sposa in pieno la filosofia
di Spinoza (*), che immaginava i pensieri concatenarsi nella mente come nel corpo,
superando quella separazione contenuta nel principio cartesiano.
Nel caso di questa esposizione, si riferisce
ancora una volta al pensiero di Spinoza (*), in particolare alla "Terza parte
dell'Etica", che è un testo al quale l'autore si affida per comprendere la sua visione degli
affetti e della psicologia umana.
Lo scopo della Terza Parte dell'Etica di Spinoza,
infatti, è quello di studiare la natura e l'origine degli affetti, per aiutare
l'uomo a comprendere le proprie emozioni e a viverle in modo più consapevole e
razionale.
Questa è l’interpretazione di quella Visione del mondo, con un’equazione UNIVERSALE UMANA che si risolva con un risultato di eguaglianza tra Natura e Genere Umano, dove quell’energia di massa applicata sia limitata e trattenuta con il linguaggio, l’attività, il pensiero e il comportamento umano.
Tutto questo tradotto in modo magistrale
nella pittura di Bruno Tonolo, nelle
svariate forme di espressione come ha sempre fatto nel suo lavoro artistico, senza mai rinunciare ad esprimere le sue
esperienze, il suo vissuto, la sua cultura e i suoi valori umani.
Spinea, 04/02/2025
Vincenzo Rino Franzin
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(*) TPNW - per chi vuole approfondire le proprie conoscenze sul Trattato contro la proliferazione nucleare
BIOGRAFIA DELL'AUTORE BRUNO TONOLO
BIOGRAFIA
Bruno Tonolo è un artista e pittore di Mirano,
nato nel 1939. Artisticamente si è formato all’ass.ne Lorenzo Lotto di Mirano. E’
molto conosciuto per il suo impegno politico e sociale, in particolare per la
sua convinta posizione antifascista e per il suo impegno per la liberazione dalle
armi nucleari, temi che ricorrono frequentemente nelle sue opere.
Riferimenti sulla sua vita:
La sua pittura è caratterizzata da un forte impatto emotivo, con colori intensi e pennellate decise.
Le sue opere spesso
raffigurano scene di grande impatto, con riferimenti espliciti alla storia e
all'attualità. I suoi lavori spaziano dalla denuncia della guerra e della
violenza alla riflessione sulla condizione umana, con particolare attenzione ai
temi dell'identità, della memoria e della pericolosa escalation delle armi nucleari.
Tonolo utilizza diverse tecniche pittoriche,
privilegiando i colori acrilici e le tecniche materiche del collage e della
sovrapposizione..
Da sempre impegnato sia politicamente che nel sociale. La sua posizione antifascista è sempre stata molto chiara, come il suo impegno in particolare per mantenere vivo il ricordo degli eccedi compiuti dai fascisti a Mirano, città medaglia d’oro per la Resistenza, attraverso iniziative e manifestazioni che ogni anno cura personalmente.
Da sempre è stato particolarmente impegnato sul tema della minaccia nucleare, che considera una delle maggiori minacce del nostro tempo.
Negli anni '80, ha partecipato attivamente alla
campagna contro i missili a Comiso, e oggi è parte attiva, nelle associazioni
per la pace impegnate nella campagna TPNW per il Trattato per la liberazione
dalle armi nucleari. Ha realizzato diverse opere sul tema, tra cui la serie
"Atomica", esposta in varie città della provincia con mostre e
iniziative.
Per approfondire:
seguono i link di alcuni video che trattano del lavoro politico e artistico di Bruno Tonolo:
·
https://www.youtube.com/watch?v=azNrLhR_1xA;
·
https://www.youtube.com/watch?v=cXPKpWSoiYw;
·
https://www.youtube.com/watch?v=Z4tnQmU2YaE;
·
https://www.youtube.com/watch?v=PgX43QGSIus;
·
https://www.youtube.com/watch?v=YTF_dICnyPE;
Inoltre, sulla pagina Facebook di Spineart:
https://www.facebook.com/photo?fbid=1915485021876983&set=a.1915479898544162
https://www.facebook.com/spinea.art.1/videos/1453524378207028;
https://www.facebook.com/spinea.art.1/posts/2670775113148609
https://www.facebook.com/spinea.art.1/posts/2617286101830844;
Un video in occasione di una sua mostra a Spinea:
https://www.youtube.com/watch?v=YTF_dICnyPE;
Ulteriori informazioni sulla sua attività di
presidente della sezione ANPI di Mirano sono disponibili sul sito dell’ANPI
Mirano e del Centro Gramsci di Educazione Popolare:
·
MOSTRA DI INCISIONI - SILENZI INCISI
di Pedro Lava
La Galleria del Barone -
domenica 15 dicembre ore 11,00
L'inaugurazione della mostra sarà preceduta da una breve lettura scenica a cura di BRUNO GARLANDI dal titolo IL POSSESSO
L’arte dell’incisione a Spinea, Pedro Lava racconta il Venezuela
Dal 8 dicembre 2024 all’8 febbraio 2025, la Galleria del
Barone, presso il locale Barone Rosso Pizzeria Jazz Club di Spinea (VE),
accoglie la mostra personale del noto artista incisore Pedro Lava, intitolata ”
Silenzi incisi - Testimonianze grafiche di una terra in crisi".
Attraverso le sue incisioni, Lava ci guida in un viaggio
profondo tra dolore e speranza, raccontando la drammatica realtà del Venezuela.
Ogni opera, realizzata con tecniche calcografiche o xilografiche, diventa lo
specchio di una nazione ferita, ma mai priva di resilienza. Temi universali
come i diritti dell’uomo, l’abbandono dell’infanzia e il peso della
disillusione prendono forma in immagini simboliche, intense ed emozionanti.
Tra i lavori esposti spiccano "Senza Anima",
"Conto alla Rovescia" e "La Esperanza", dove l’artista
racconta il silenzio di un popolo dimenticato, trasformandolo in un monito per
il mondo intero.
L’esposizione, curata da Vincenzo-Rino Franzin e dal maestro
incisore Gianni Favaro del Centro Calcografico 3C di Mestre, sarà inaugurata
con un vernissage il 15 dicembre alle ore 11,00.
Un’occasione per scoprire da vicino l’arte incisoria di
Pedro Lava, le cui opere sono presenti in collezioni e archivi internazionali.
Dove: Galleria del Barone, Barone Rosso Pizzeria Jazz Club,
via Martiri della Libertà 15/17, Spinea (VE).
Quando: Dal 8 dicembre 2024 all’8 febbraio 2025. Vernissage
15 dicembre 2024
Queste opere sono le testimonianze grafiche di una terra in crisi, in una mostra cui l’arte dell’incisione si fa specchio di una terra segnata da oppressione e disillusione, trasformandosi in una profonda riflessione sulla situazione venezuelana.
Le stampe calcografiche di Pedro Lava incidono sulla carta la sofferenza di un popolo, tracciando il dolore e la resilienza di una nazione intrappolata tra speranza e disperazione.
Ogni immagine è intrisa di silenzio, un silenzio che parla delle storie dimenticate, delle vite straziate e della costante minaccia ai diritti umani.
I simboli raffigurati come le uova rotte, giocattoli abbandonati, favelas e raffinerie minacciose richiamano una realtà precaria, dove la bellezza è avvolta dall’ombra della crisi e la quotidianità si è trasformata in lotta per la sopravvivenza.
Le parole incise “diritti umani”, “salute”, “sicurezza” diventano tracce di un grido soffocato, una testimonianza che si ribella all’indifferenza, portando alla luce un dolore collettivo che non può e non deve essere ignorato.
La mostra è più di una semplice raccolta di stampe.
È un atto di coraggio, un invito alla riflessione e un monito a non dimenticare le vittime di un sistema che calpesta la dignità umana.
Lava invita così il pubblico a una riflessione intima e universale, un richiamo alla responsabilità e alla difesa dei diritti umani, ricordando che ogni segno inciso rappresenta un’anima, un’esistenza e un’indomita speranza di cambiamento.
Senza Anima I, “Serie senza anime”, Acquatinta + Acquaforte su Zinco. Presente negli archivi e ha partecipato alle mostre: Segnalata tra le prime venti opere alla Biennale di Acqui Terme 2016; International Print Biennial Lodz, Polonia 2018; V Bienal Internacional de Gravura Lívio Abramo” Araraquara Brasile 2018
Senza anima - acquaforte/acquatinta |
Senza Infanzia “Serie senza anime”,Acquaforte + Acquatinta su Zinco. Presente negli archivi e ha partecipato alle mostre di: Biennale Cacak Serbia 2018; Biennale internazionale di Macao Cina 2018; Cabildo di Tenerife Spagna; Fundación CIEC Spagna
Senza infanzia - acquaforte/acquatita |
Senza Anima II, Egghead (Cabeza de Huevo). Acquatinta + Acquaforte su Zinco Yo soy Resistencia. Acquatinta + Cera molle su Zinco. Presente negli archivi e ha partecipato alle mostre di: Biennale Cacak Serbia 2018; Fundación CIEC Spagna
Senza Anima II acquaforte/acquatinta |
Conto alla Rovescia, (Petare). Acquaforte + Acquatinta su Zinco. Vincitrice del 1°Premio Biennale Padre Diego Donati 2020 Perugia; Segnalata tra le prime dieci opere alla I Biennale internazionale Santi di Diso, Diso Lecce 2018; Presente negli archivi e ha partecipato alle mostre: Biennale Cacak Serbia 2018; Biennale internazionale di Macao Cina 2018; Mostra internazionale foyer a Trento 2018
Conto alla rovescia - acquaforte/acquatinta |
La Esperanza. Acquaforte su Zinco. Presente negli archivi e ha partecipato alle mostre di: Menzione speciale FIIC 2021 Trento Italia; concorso “Third international print biennial, Yerevan 2021, Armenia; Invito alla mostra, Mirror Face to Face. Caldogno Vicenza 2020.
La Esperanza - acquaforte |
Era da parecchio tempo che aspettavo il momento giusto per visitare di nuovo la bellissima città dei sassi. Avevo un ricordo di questa città che avevo visto in velocità in un viaggio estivo giovanile, alla fine degli anni settanta.
La parte dei sassi che fino al 1986 era stata abbandonata |
Quello che ricordavo della parte storica, a quel tempo ancora abbandonata, mi è riapparso magicamente trasformato in una sequenza di antiche scale ma che pulsavano di vita nuova, direi proprio con una luce nuova.
Parlo di luce si, perchè la visita di allora, quando la città era ancora silente, in piena estate mi abbagliò gli occhi, ma un velo grigio mi fece vedere quei colori sotto un filtro di tristezza che oggi invece non c'è.
Non ho ritrovato quel'abbandono e quella desolazione che mi avevano parlato all'anima di sofferenze e povertà ormai lontane, oggi ho ritrovato invece una città viva e piena di suoni e di colori nuovi.
Ovviamente il mio interesse era si per le armoniche architetture, uniche al mondo di questa città scavata nella roccia e disegnata poi con strutture che nascondono gli antichi rifugi, le grotte e le cisterne; il mio interesse era innanzitutto quello di scoprire dove era situata la famosa sede della associazione Grafica di via sette dolori, 7. Che volete che vi dica, una digressione obbligata per me che amo la grafica e l'incisione alla quale non potevo sottrarmi.
Non è stato facile, ma alla fine salendo e scendendo scale e scalette, finalmente arriviamo al n. 7 di via sette dolori.
Quella porta, essendo passato fuori orario era chiusa, ma dal vetro, sbirciando ho potuto vedere lo scorcio del locale della scuola di incisione più importante del Mezzogiorno.
Sono tornato nel pomeriggio e ho potuto incontrare gli amici Angelo e Vittorio, coi quali in questi anni ci siamo interfacciati innumerevoli volte nel corso dell'attività del Centro Calcografico 3C.
Che dire, Grazie! per il calore di un'accoglienza e di riconoscimento del valore dell'amicizia fra noi incisori, per la passione e l'amore che ci accomuna.
Ma tralascio per non annoiare l'emozione che mi ha preso nel vedere questi due maestri, amici di Gianni e Alberto e da anni anche amici del 3C, le loro opere e il loro assiduo lavoro, per approffittare per parlare della loro bella realtà.
Invito tutti ad andare a trovarli se capitano da quelli parti, ne vale la pena.
GRAFICA DI VIA SETTE DOLORI
storia
L’attuale Grafica di Via Sette Dolori ha le sue origini nel
1976, quando a Matera nacque la Scuola Libera di Grafica per volontà dei soci
del circolo La Scaletta. Nel 1978 fu organizzato un corso diretto dal maestro
Guido Strazza con la collaborazione dell’artista Giulia Napoleone. Da quel
momento in poi il nuovo gruppo ha impostato l’attività del laboratorio sul
modello “scuola-bottega”, invitando maestri di fama nazionale ed internazionale
a tenere corsi per insegnare le varie tecniche calcografiche sia ai componenti
del gruppo che ad artisti e studenti operanti nel territorio.
Nel 1988 alcuni dei componenti della Scuola Libera di
Grafica, in particolare Vittorio Manno e Angelo Rizzelli, fondarono
l’associazione di incisori Grafica di Via Sette Dolori di Matera. Essa ha tra i
suoi obiettivi la valorizzazione del linguaggio incisorio e la difesa dei suoi
valori più genuini ed originari e si propone di favorire la nascita e la
formazione di nuove generazioni di artisti, offrendo ad esse un punto costante
di riferimento.
Per apprendere le tecniche e il linguaggio incisorio si sono
svolti negli anni corsi diretti dai maestri Guido Strazza e Giulia Napoleone,
Peter Willburger, Assadour, Lorenzo Bruno, Roberto Mannino, Akanè Kirimura,
Hong Hyun Joo, Marina Bindella, Hector Saunier e Chen Shu Lin.
Gli associati si sono inoltre avvalsi dei consigli di vari
maestri dell’arte contemporanea che negli anni hanno frequentato il
laboratorio, in alcuni casi anche incidendo delle lastre: Mino Maccari, Toti
Scialoja, Achille Perilli, Ernesto Treccani, Luigi Guerricchio, Gianluigi
Giovanola, Ennio Calabria, Pietro Consagra, Vittorio Basaglia, Kengiro Azuma,
Mauro Masi, Nino Ricci, Oleg Jakhnin, Ninì Santoro, Josè Ortega.
Non sono mancati poeti e scrittori che hanno contribuito a
migliorare il livello culturale del gruppo: Enzo Contillo, Vanni Scheiwiller,
Carlo Belli, Enzio Cetrangolo, Libero de Libero, Gino Montesanto, Fabrizio
D’Amico.
La Grafica di Via Sette Dolori ha svolto attività didattica
a vari livelli, ospitando per incontri-studio classi di scuole medie, studenti
dell’Accademia di Belle Arti di Roma e di Bari, studenti provenienti dalla
Norvegia, dalla Germania e da tre Università americane con sede a Roma. Molti
componenti dell’associazione hanno partecipato a rassegne di incisione
nazionali (Acqui Terme-Ovada, Biella, Bagnacavallo e altre) e internazionali
(Biennali di incisione della Polonia, dell’Austria, della Slovenia, della
Norvegia, del Giappone, della California, della Corea del sud ed altre)
lasciando le loro opere nei musei dei vari paesi.
Da ottobre 2016 a luglio 2017, per festeggiare i
quarant’anni di attività della Grafica, è stata organizzata una rassegna
chiamata Matera e l’incisione in Italia oggi, che ha previsto una mostra
mensile e due stage intensivi. Sono stati invitati per l’occasione dieci
artisti provenienti da diverse parti d’Italia, scelti per la particolarità
delle loro tecniche: Alfredo Bartolomeoli, Marina Bindella, Maurizio Boiani,
Vladimiro Elvieri, Gianni Favaro, Bonizza Modolo, Guido Navaretti, Roberto
Tonelli, Chiara Toni, Roberta Zamboni.
Attualmente le attività degli associati continuano in uno
spirito di partecipazione e scambio reciproco, grazie alla passione e
all’esperienza dei maestri Vittorio Manno e Angelo Rizzelli, che condividono le
loro conoscenze con i più giovani e con tutti coloro che hanno la volontà di
iniziare a conoscere il mondo dell’incisione.
Vittorio Manno IL PRESIDENTE
Vittorio Manno nasce nel 1939 a Squinzano (LE). Nel 1959
insegna disegno e calligrafia in un paesino lucano della provincia di Matera
(San Mauro Forte) e nel 1966 si trasferisce a Matera per insegnare Educazione
Artistica nella scuola media.
Nel 1976 con alcuni amici fonda la Scuola Libera di Grafica,
presso il Circolo culturale La Scaletta, e dal 1978, dopo aver frequentato un
corso di calcografia diretto da Guido Strazza, coadiuvato da Giulia Napoleone,
si dedica quotidianamente alla sperimentazione delle varie tecniche
calcografiche. L’incontro con Lorenzo Bruno e la frequentazione dei suoi
laboratori di Roma e di Collimento (AQ) lo aprono alla sperimentazione delle
tecniche dirette e alle conoscenze dei “segreti della stampa”. Assadour, Peter
Willburger, Hector Saunier, Hong Hyun Joo, oltre a Strazza, Napoleone e Bruno
(questi ultimi punto di riferimento costante), sono i maestri che hanno
arricchito il suo bagaglio tecnico e culturale. Nel 1988 crea, con gli amici
della Scuola Libera di Grafica e con Angelo Rizzelli in particolare,
L’Associazione degli Incisori Grafica di via Sette dolori di Matera, della
quale è animatore e presidente. È premiato nel 1991 con la Medaglia d’onore
alla VII Biennale Internazionale Male Formy Grafiky, Lodz (Polonia). Nel 1998
collabora con Guido Strazza a un corso internazionale di incisione, presso Cà
Gnoni a Mercatello sul Metauro, e con Giulia Napoleone presso l’Unversità della
Laguna di Tenerife. Ha partecipato dal 1978 a moltissime collettive di
incisione e a varie biennali e triennali, organizzate in Italia (ad Acqui
terme, Biella Campobasso, Cremona, Chieri, ecc.) e all’estero (in Polonia,
Norvegia, Francia, Lussemburgo, Giappone, Corea, Cuba, Stati Uniti, Russia).
Nel 2010 la Galleria L’Osanna di Nardò gli ha dedicato una mostra personale.
Tra le edizioni d’arte: Omaggio a Sinisgalli, edizione dell’autore, Matera
1983; Leonardo Sinisgalli, Il Sole di Febbraio, L’Arco Edizioni d’Arte, Roma
1984; Raffaele Nigro, Il Castello di Melfi, Edizioni della Cometa, Roma 1991;
Omaggio a Paul Ricoeur, tesi di Osvaldo Rossi e Paul Ricoeur, poesie di Yves
Bonnefoy e Andrea Zanzotto, Ediszioni ABAV, Viterbo 2003; Marco Mucha,
Nell’ignoto, Edizioni Pulcinoelefante, Osnago, 2007; Alda Merini, Aforismi,
Edizioni Pulcinoelefante, Osnago, 2009.
Vittorio Manno |
Nato ad Andrano (LE) il 24 febbraio 1940, consegue il Diploma di maturità Artistica presso il Liceo Artistico di Lecce e dal 1972 si trasferisce a Matera dove insegna Disegno e Storia dell’arte nel Liceo Scientifico e Educazione Artistica nella scuola media.
Nel 1976 fonda, con un gruppo di amici, La Scuola Libera di Grafica presso La Scaletta di Matera. Partecipa a corsi di incisione calcografica tenuti dai maestri Guido Strazza, Giulia Napoleone, Peter Willburger, Assadour e Lorenzo Bruno. Dal 1988 è fondatore dell’Associazione Incisori Grafica di via Sette dolori di Matera. Svolge, inoltre, attività di laboratorio con un gruppo di artisti dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Presso la Grafica di via Sette dolori sperimenta le tecniche collografiche con studenti di università americane, sotto la direzione di Roberto Mannino. Partecipa a stages di lavoro con Akanè Kirimura per la fotoincisione e la calcografia, e con Hector Saunier prima e Hong Hyun Joo poi, per la stampa calcografica a colori e il metodo Hayter. Inoltre svolge attività di laboratorio sulla xilografia con Marina Bindella. È presente nel Repertorio degli Incisori Italiani nel Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo (RA) nella Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano, nella Collezione Adalberto Sartori di Mantova, nel Museo Slesiano di Katowice in Polonia, nella Pinacoteca Comunale di Ripacandida (PZ); nella Collezione permanente presso il F.R.A.C. Baronissi (Sa).Numerose sono le rassegne nazionali e internazionali a cui partecipa fin dai primi anni della sua pratica incisoria. Partecipa a collettive d’arte a Matera e nel resto d’Italia, come a Bari, Torino, Arezzo, Milano, Biella, Nardò, Lecce, Venezia per la Biennale (2011), Acqui Terme (AL), Bagnacavallo (Ra), Chieri (To), Mestre-Venezia, Perugia, Firenze, Vicenza, Nemi (Roma), Capo d’Orlando (Me), Campobasso, Salerno, Civitella del Tronto (Te). In Europa è partecipe, dalla fine degli anni ’80 e fino ad oggi, a rassegne d’incisione in Polonia (in particolar modo a Lodz e Cracovia), in Norvegia, Ungheria, Francia, Slovenia, Lussemburgo, Spagna, Vienna, Olanda, Romania, Grecia, Parigi, San Pietroburgo, Macedonia e Portogallo. In alcune di queste periodiche rassegne, numerosi sono i premi conferiti alle sue incisioni. La sua produzione si spinge oltre oceano e partecipa a rassegne internazionali in Giappone, America, Russia, Cina, Corea, Cuba, Brasile, Argentina. Le sue incisioni inoltre sono inserite in alcune edizioni d’arte: “Tentativi e tentazioni” di Bianca Tragni, Edizione Scuola libera di grafica Matera (1977); Omaggio a Sinisgalli, edizione dell’autore, Matera (1983); Il Sole di Febbraio, L’arco edizioni d’arte, Roma (1984); Il Castello di Melfi di Raffaele Nigro, Edizioni della Cometa, Roma (1991); Aforismi di Alberto Casiraghy, Edizioni Pulcinoelefante (2007); Aforismi di Alberto Casiraghy, Edizioni Pulcinoelefante (2009).
Angelo Rizzelli |
La scuola di Grafica
I laboratori della Grafica di Matera sono
aperti a chiunque voglia imparare o sperimentare le tecniche incisorie calcografiche e xilografiche per
la prima volta.
Nel mondo dell’incisione, da
quarant’anni, questo luogo rappresenta un punto di incontro tra maestri,
incisori esperti, artisti e dilettanti.
La scuola è aperta il martedì e il
giovedì pomeriggio dalle 16:00 alle 19:30
Indirizzo
Via Sette Dolori 10 -
75100 Matera, Italy
Contatti
Email:graficaviasettedolori@gmail.com
Mobile:+393478032495
Facebook https://www.facebook.com/GraficaDiViaSetteDolori
web www.graficaviasettedolori.it
instagram https://www.instagram.com/graficadiviasettedolori/profilecard/?igsh=bWtqcGl3Ym9iaHkw
Note * (Alcune foto e contenuti sono tratti dal sito ufficiale di Grafica di via sette dolori)
A curA di Rino Vincenzo Franzin